tailor-made contemporary wallcoverings


Gio Tirotto

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Gio Tirotto

Designer

Fonda il suo studio nel 2010. Gio Tirotto sviluppa progetti di interni, prodotto e allestimento, focalizzando la sua direzione artistica prima nella ricerca ed in seguito nella più pulita sintesi tra forma e funzione.
"Progetto per essere un ponte che connette il pensiero al messaggio, indispensabile obiettivo del mio linguaggio artistico".
Qualunque cosa egli disegni nasce dall'attenzione a tutto ciò che gli sta intorno, vivo o inanimato. Se c'è un limite tra arte e design, prova a cancellarlo, riprogettando tutta la complessità esistente tra gli esseri umani e gli oggetti. Questa è la ragione per la quale crede che il rito, la memoria e l'immaginazione siano spesso la funzione essenziale delle cose".
Tra i clienti: Alcantara, Viabizzuno, Seletti, Secondome Gallery, D'arrigo External Design,Petracer's, Wall&decò, Lago, Bormioli Rocco, Greggio, Mingardo, Exnovo.
 


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“"credo che il rito, la memoria e l'immaginazione siano spesso la funzione essenziale delle cose"”

Nella sua presentazione si legge: credo che il rito, la memoria e l'immaginazione siano spesso la funzione essenziale delle cose". Mi sembra un’ottima chiave di lettura per parlare un po’ del suo lavoro per Wall&decò. Per esempio il tema del mare, della spiaggia, appare in due dei suoi disegni: Perfect Day e Mineralia. Rito nel senso dell’amore tutto italiano per il mare? Memoria o esperienza personale? Immaginazione di un mare ideale? 

Stare in riva al mare, la spiaggia e il mare, la sabbia e l’acqua costruiscono uno scenario fatto di cose semplici e allo stesso tempo assolutamente estranianti rispetto alla quotidianità. Mi portano facilmente ad immaginare di essere su un altro pianeta, grazie ai loro colori e alla loro matericità.

Così se la spiaggia diventa un luogo per me extraterrestre, mi sono immaginato di osservarlo da un punto di vista zenitale, facendolo diventare lo sfondo ideale per un pattern creato dalla presenza spontanea dell’uomo, che la colora in modo puntale e sparso… con i propri ombrelloni!

L’ho chiamata Perfect day, ma la versione black si potrebbe tranquillamente chiamare Tintarella di Luna! (ride)

L’idea di Cannot Copy è molto stimolante e si presta a varie letture. Mi sono domandato se, trovandomelo davanti in una stanza d’albergo per esempio, mi avrebbe dato un’impressione positiva o negativa (in fondo contiene una proibizione). Il messaggio è quanto mai attuale, tuttavia lei lo ha contestualizzato stilisticamente e temporalmente in modo molto preciso, persino con una data: 23 maggio 1980. Ha un significato particolare quella data? Come va letto il messaggio? 

 

La data è un riferimento storico. Gli anni ‘80 sono gli anni dei videoregistratori VHS e il “fermo immagine” da cui nasce l’ispirazione di Cannot Copy ne è la testimonianza. La copia nel mondo del design e dell’arte è un tema molto attuale e profondo, ma al momento sicuramente irrisolto. 

Quando disegno e/o progetto mi pongo sempre come obiettivo imprescindibile quello del messaggio: dopo la forma, la soluzione tecnica, sta il messaggio, politico o ironico non importa, ma non deve mai mancare.

Una stanza rivestita con una sua carta da parati. All’interno, un personaggio della Storia o della Fiction (dalla letteratura al cinema). Chi è?

Una stanza bianca con arredi grigio chiaro. Una barra led 3000 kelvin accesa e appoggiata al muro, di fianco al divano. La carta da parati è Cannot Copy, il vinile suona “Honey” degli Jesus and Mary Chain. Alla finestra, Stanley Kubrick fuma e guarda fuori.

 



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